Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22539 del 8 giugno 2007

ECLI:IT:CASS:2007:22539PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del controllo sulla motivazione di un provvedimento cautelare, è tenuto a verificare la logicità e la coerenza dell'apparato argomentativo posto a fondamento della decisione, senza poter sindacare la valutazione degli elementi di fatto compiuta dal giudice di merito. Il sindacato di legittimità è, infatti, circoscritto all'accertamento della mera esistenza di una motivazione, senza possibilità di una diversa valutazione delle risultanze processuali, la quale rientra nella competenza esclusiva del giudice di merito. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso un provvedimento cautelare è inammissibile quando si risolve in una mera critica alla valutazione degli elementi indiziari e delle esigenze cautelari effettuata dal giudice di merito, senza denunciare specifici vizi logici o giuridici della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MORGIGNI Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. BERNABAI Renato - Consigliere

Dott. TAVASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MI. DA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 20/02/2007 TRIB. LIBERTA' di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. TAVASSI ((omissis));

Sentite le conclusioni del P.G. presso questa Corte di Cassazione, in persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE

Con ordinanza del GIP del Tribunale di Tivoli…

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