Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32051 del 6 agosto 2024

ECLI:IT:CASS:2024:32051PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, valutato in concreto sulla base della gravità e delle modalità della condotta delittuosa, può giustificare il mantenimento della misura cautelare più afflittiva della custodia in carcere, anche in presenza di un'abitazione distante dal luogo di commissione del reato, qualora il comportamento pregresso dell'imputato, caratterizzato dalla violazione di precedenti misure cautelari, abbia dimostrato la sua inaffidabilità e l'inadeguatezza di misure meno gravose affidate alla sua autodisciplina. Il giudice, nel valutare l'adeguatezza della misura cautelare, deve tenere conto non solo della distanza dal luogo di commissione del reato, ma anche della concreta pericolosità sociale dell'imputato, desumibile dalla gravità e dalle modalità della condotta delittuosa, nonché dalla sua pregressa condotta in violazione di precedenti misure cautelari. La disponibilità di un'abitazione distante dal luogo di commissione del reato non è di per sé sufficiente a giustificare la sostituzione della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari, qualora il giudice ritenga, sulla base di una motivazione congrua e logica, che l'imputato non offra adeguate garanzie di rispetto degli obblighi imposti dalla misura cautelare meno afflittiva, in ragione della sua pericolosità sociale e della violazione di precedenti misure cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Relatore

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

Dott. IANNICIELLO Mariella - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Fo.Ma., nato a F il (omissis)
avverso l'ordinanza del 07/03/2024 del Tribunale di Roma
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
letta la requisitoria scritta del Pubblico Ministero, in persona Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe indicato, il Tribunale per il riesame di Roma ha rigettato l'appello proposto ex art. 310 cod. proc. pen. dal difensore del ricorrente …

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