Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12140 del 19 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:12140PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità tra il reato associativo e i reati-fine può essere riconosciuta solo qualora questi ultimi siano stati programmati nelle loro linee essenziali sin dal momento della costituzione del sodalizio criminoso. Non è sufficiente la mera contiguità temporale o l'omogeneità delle violazioni, essendo necessaria la prova di un unico programma criminoso concepito e realizzato dal reo. L'onere di allegare elementi specifici e concreti a sostegno dell'unitarietà del disegno criminoso grava sul condannato che invochi in sede esecutiva l'applicazione della disciplina del reato continuato, non essendo sufficiente il riferimento generico all'abitualità criminosa o alla sistematica consumazione di illeciti. Il giudice dell'esecuzione deve pertanto verificare puntualmente la sussistenza di indicatori quali l'omogeneità delle violazioni e del bene protetto, la contiguità spazio-temporale, le singole causali, le modalità della condotta, la sistematicità e le abitudini programmate di vita, nonché il fatto che, al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero stati programmati almeno nelle loro linee essenziali. In assenza di tali elementi, non può configurarsi l'istituto della continuazione tra reato associativo e reati-fine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI ((omissis)) - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 10/04/2018 della CORTE APPELLO di CATANIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. VINCENZO SIANI;
lette le conclusioni del PG Dr. PRATOLA Gianluigi, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso, con l'emissione delle statuizioni consequenziali.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe, emessa il 10 aprile - 3 maggio 2018, la Corte di appello di Catania ha rigettato l'istanza formulata nell…

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