Consiglio di Stato sentenza n. 4359 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:4359SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive è un atto vincolato e non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione con gli interessi privati coinvolti e sacrificati, né una motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla demolizione. L'interessato non può dolersi del fatto che l'amministrazione non abbia emanato in data antecedente i dovuti atti repressivi, in quanto il mero decorso del tempo non sana la situazione di fatto abusiva. Gli atti di accertamento dell'inottemperanza all'ordine di demolizione e di acquisizione gratuita delle opere abusive e dell'area di sedime sono conseguenziali, connessi e conseguenti a detto ordine, con la conseguenza che non sono autonomamente impugnabili, in mancanza di tempestiva impugnazione dell'ordine stesso, a meno che non si facciano valere vizi propri degli atti in questione. Gli interventi consentiti dalle norme sul c.d. "Piano casa" non possono essere assentiti in sanatoria o ex officio, in quanto si tratta di interventi straordinari soggetti a disciplina speciale, come tali oggetto di stretta interpretazione. La possibilità di poter sostituire la sanzione demolitoria con quella pecuniaria deve essere valutata in fase esecutiva del procedimento dalla pubblica amministrazione competente, successiva ed autonoma rispetto all'ordine di demolizione. L'automaticità della sanzione pecuniaria conseguente all'inottemperanza all'ordine di demolizione e la sua quantificazione sulla scorta di parametri predeterminati dal Comune non sono illegittime, in assenza di specifici elementi di segno contrario rispetto a quanto rilevato dall'amministrazione.

Sentenza completa

Pubblicato il 02/05/2023

N. 04359/2023REG.PROV.COLL.

N. 00020/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 20 del 2020, proposto da
((omissis)), rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Roma, viale ((omissis)) n. 269;

contro

Comune di Casavatore, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Seconda) n. 02490/2019, resa tra le parti,

Visti il ricorso in …

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