Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32619 del 16 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:32619PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, afferma il principio secondo cui l'interesse alla proposizione dell'impugnazione non consiste nella mera aspirazione all'esattezza tecnico-giuridica del provvedimento, ma deve essere rivolto a conseguire un concreto vantaggio, già raggiunto dal ricorrente. Il venir meno dell'interesse alla decisione, sopraggiunto alla proposizione del ricorso per cassazione, non configura una ipotesi di soccombenza e pertanto, alla dichiarazione di inammissibilità, non consegue la condanna del ricorrente né alle spese del procedimento, né al pagamento della sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che l'interesse all'impugnazione deve essere concreto ed attuale, non meramente formale o astratto, e che il suo venir meno successivamente alla proposizione del ricorso non comporta conseguenze sanzionatorie per il ricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORDANO E. A. - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/04/2018 del TRIBUNALE DI ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa GIORDANO EMILIA ANNA;
sentite le conclusioni del PG Dott. TAMPIERI LUCA, che conclude per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. (OMISSIS), con ricorso del 20 aprile 2018, ha impugnato l'ordinanza indicata in epigrafe con la quale il Tribunale di Roma aveva respinto la richiesta di riesame confermando l'ordin…

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