Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31331 del 22 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:31331PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, in sede di riesame di un provvedimento cautelare, è tenuto a verificare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari sulla base di una motivazione logica e congrua, senza poter procedere ad una autonoma rilettura e valutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata. Ai fini dell'adozione di una misura cautelare, è sufficiente la sussistenza di qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato, senza che sia necessaria la prova piena del reato contestato secondo i criteri di cui all'art. 192 c.p.p. La scelta e la valutazione delle fonti di prova rientrano tra i compiti istituzionali del giudice di merito e sfuggono al controllo del giudice di legittimità se adeguatamente motivate e immuni da errori logico-giuridici. Il ricorso per cassazione che deduca l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e l'assenza delle esigenze cautelari è ammissibile soltanto se denuncia la violazione di specifiche norme di legge, ovvero la manifesta illogicità della motivazione del provvedimento, secondo i canoni della logica ed i principi di diritto, ma non anche quando propone una diversa valutazione delle circostanze esaminate dal giudice di merito. La motivazione del provvedimento cautelare deve essere congrua, coerente e scevra da vizi logici, senza che le deduzioni difensive volte a parcellizzare il complessivo impianto accusatorio possano inficiare la valutazione complessiva degli elementi indiziari. Ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari, il giudice deve adeguatamente specificare le ragioni per le quali non è possibile adottare una misura meno afflittiva, facendo riferimento alla concretezza e attualità del pericolo di reiterazione del reato, desumibile dalla gravità delle condotte contestate e dalla pericolosità sociale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/01/2016 del TRIB. LIBERTA' di BRESCIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FABIO DI PISA;
sentite le conclusioni del PG Dr. GALLI MASSIMO il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 10/01/2017 il Tribunale di Brescia confermava l'ordinanza del 24/13/2016 con la quale il giudice per le indagini preliminari del medesimo Tribunale aveva applicato a (OMISSIS) la misura della cust…

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