Il giudice di legittimità, nel dichiarare il fallimento di una società, può valutare lo stato di insolvenza anche in presenza di una società in liquidazione, accertando se gli elementi attivi del patrimonio sociale consentano di assicurare l'eguale ed integrale soddisfacimento dei creditori sociali. In tal caso, non è più richiesto che la società disponga di credito e di risorse, e quindi di liquidità, necessari per soddisfare le obbligazioni contratte, essendo sufficiente che il patrimonio sociale consenta di assicurare il soddisfacimento dei creditori. La valutazione dello stato di insolvenza spetta al giudice di merito, il cui apprezzamento in fatto non è sindacabile in cassazione se adeguatamente motivato, senza che il giudice di legittimità possa riesaminare il merito della intera vicenda processuale. Inoltre, il procedimento di notifica degli atti introduttivi del giudizio prefallimentare è stato correttamente eseguito dal creditore istante, in conformità alla disciplina speciale prevista dall'art. 15, comma 3, L. Fall., che prevede la notifica all'indirizzo PEC del debitore e, in caso di esito negativo, il deposito presso la casa comunale. Infine, la mancata produzione dei bilanci degli ultimi tre esercizi non preclude al debitore la possibilità di dimostrare il mancato superamento delle soglie dimensionali di non fallibilità attraverso altri mezzi di prova, la cui valutazione spetta al giudice di merito.