Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6207 del 7 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:6207PEN

Massima

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La legittima difesa non può essere invocata da chi, pur essendo consapevole di una situazione di pericolo imminente, si rechi volontariamente in tale situazione, contribuendo così a determinarla. Infatti, perché possa configurarsi la scriminante della legittima difesa, è necessario che il pericolo di un'ingiusta offesa non sia stato volontariamente causato dall'agente, essendo altresì richiesto che il pericolo sia inevitabile. Pertanto, qualora l'agente si sia recato consapevolmente in una situazione di conflitto, accettandone il rischio, non potrà invocare la legittima difesa, a prescindere da chi abbia materialmente dato inizio alla colluttazione. In tali casi, la condotta dell'agente, che ha accettato volontariamente la situazione di pericolo, esclude la configurabilità della legittima difesa, indipendentemente dalla dinamica effettiva dell'aggressione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - rel. Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 416/2009 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 02/05/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/12/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENNARO MARASCA;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dr. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;

Udito il difensore di parte civile avvocato (OMISSIS), che ha concluso per il rige…

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