Cassazione penale Sez. II sentenza n. 51748 del 23 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:51748PEN

Massima

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La confisca dei beni di un soggetto sottoposto a misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza è legittima quando il patrimonio accumulato risulti sproporzionato rispetto ai redditi leciti dichiarati e vi siano elementi probatori che dimostrino il reimpiego dei proventi derivanti da attività delittuose, in particolare il traffico di sostanze stupefacenti, anche in assenza di una contestualità temporale tra l'acquisizione dei beni e la commissione dei reati, purché sia accertata la mancata prova della provenienza lecita del patrimonio. In tal caso, la motivazione del provvedimento di confisca deve essere ampia e circostanziata, dando conto delle specifiche valutazioni svolte in ordine all'attendibilità delle giustificazioni economiche addotte dalla difesa, all'effettività delle circostanze particolari addotte a discolpa, nonché all'inattendibilità dei conferimenti provenienti dai familiari, ritenuti comunque incapienti rispetto ai costi di accumulo del patrimonio e non contestuali con gli avvenimenti richiamati a giustificazione. Tali accertamenti, volti a verificare la sproporzione tra il patrimonio e i redditi leciti, devono essere condotti non solo sui redditi dichiarati dal soggetto sottoposto alla misura di prevenzione, ma anche sul reddito cumulativo del suo nucleo familiare, in quanto il patrimonio confiscato risulti nella disponibilità di fatto del proposto, ancorché formalmente intestato a terzi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. TADDEI Margheri - rel. Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso il decreto n. della Corte d'appello di Bari, datato 18.10.2010;

4 sezione penale;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. TADDEI Margherita B.;

Lette le richieste del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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