Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35680 del 19 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:35680PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata si configura quando la richiesta di pagamento di una somma di denaro, avanzata con violenza o minaccia, risulta esorbitante e pretestuosa rispetto al credito legittimamente vantato, dimostrando così l'intento dell'agente di procurarsi un profitto ingiusto, anziché il mero esercizio di un preteso diritto. L'intervento di soggetti terzi ed estranei al rapporto di debito-credito, incaricati dal creditore di recuperare la somma in virtù del loro carisma criminale, conferma il carattere estorsivo della condotta, in quanto espressione di una forza intimidatoria che va oltre il ragionevole intento di far valere un proprio diritto, determinando una coartazione dell'altrui volontà che assume i caratteri dell'ingiustizia. La distinzione tra il reato di estorsione e quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni risiede nell'elemento psicologico: nel primo caso, l'agente persegue il conseguimento di un profitto nella consapevolezza della sua ingiustizia, mentre nel secondo, pur con modalità violente o minacciose, agisce nella convinzione ragionevole, anche se infondata, di esercitare un suo diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/01/2017 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. VIOLA ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di Catania, in accoglimento dell'app…

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