Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La valutazione della gravità indiziaria ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale deve essere effettuata in modo autonomo e approfondito dal giudice, senza limitarsi a riepilogare la richiesta del pubblico ministero, e deve tenere conto di tutti gli elementi di prova disponibili, ivi compresi i contenuti delle intercettazioni e la valutazione dell'attendibilità intrinseca delle dichiarazioni dei coindagati, secondo i parametri indicati dall'art. 192, commi 3 e 4, c.p.p. Inoltre, per l'integrazione del reato di intestazione fittizia di cui all'art. 512-bis c.p., è necessario che il giudice dimostri in modo concreto la finalità elusiva della condotta, valutandone l'adeguatezza al raggiungimento dello scopo e l'esistenza del dolo specifico, senza limitarsi ad affermazioni apodittiche. Infine, ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari, il giudice deve tenere conto di tutti gli elementi rilevanti, ivi compresi eventuali periodi di inattività delittuosa dell'indagato.