Il provvedimento amministrativo di rigetto di un'istanza di emersione dal lavoro irregolare ai sensi dell'art. 103, comma 1, del D.L. n. 34/2020 è legittimo qualora il richiedente non abbia fornito prova documentale della sua presenza in Italia in data antecedente e ravvicinata a quella prevista dalla normativa, non essendo sufficiente la mera esibizione di un biglietto aereo che attesti solo l'ingresso nel territorio nazionale, senza dimostrare la continuità della permanenza. Il principio di tutela del legittimo affidamento non può essere invocato in assenza di precedenti provvedimenti favorevoli o di condotte incompatibili dell'amministrazione che abbiano fatto sorgere nell'interessato fondate aspettative di ottenere un determinato risultato. La procedura di emersione dal lavoro irregolare disciplinata dall'art. 103 del D.L. n. 34/2020 persegue la finalità di regolarizzare una situazione lavorativa pregressa e non quella di una sanatoria generalizzata degli stranieri privi di titolo di soggiorno, sicché la prova della presenza in Italia non può farsi risalire ad un momento eccessivamente remoto nel tempo.