Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20426 del 9 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:20426PEN

Massima

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Il reato di tentata frode in commercio si configura quando l'etichetta apposta su un prodotto alimentare contiene indicazioni non veritiere sulla qualità e l'origine dello stesso, idonee a indurre in errore il consumatore sul reale ciclo produttivo della merce. Ciò si verifica anche quando il prodotto, pur essendo stato sottoposto a una doppia lavorazione in Italia e all'estero, viene commercializzato con l'indicazione "lavorato a fresco", in quanto tale dicitura esclude, per sua stessa natura, che il prodotto possa provenire dall'estero e essere stato conservato in salamoia prima della lavorazione in Italia. La consapevolezza dell'imputato circa la difformità tra l'etichetta e il reale ciclo produttivo del bene integra l'elemento soggettivo del reato, non essendo necessario che egli fosse a conoscenza di tutti i passaggi della filiera produttiva. Tuttavia, la causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. può trovare applicazione anche ai reati in materia alimentare posti a tutela del consumatore, qualora ne ricorrano i presupposti, trattandosi di una causa di esclusione della punibilità applicabile a ogni fattispecie criminosa. Il giudizio sulla concessione delle circostanze attenuanti generiche, invece, rientra nella discrezionalità del giudice di merito e può essere fondato anche su un solo elemento indicato dall'art. 133 c.p., come i precedenti penali dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI NICOLA Vito - Presidente

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. GAI Emanuela - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/05/2017 della Corte d'appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Emanuela Gai;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Pratola Gianluigi, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RIT…

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