Il venir meno dello scopo comune che ha determinato la conclusione di un accordo tra pubbliche amministrazioni ai sensi dell'art. 15 della legge n. 241 del 1990, comporta l'inesigibilità delle prestazioni non ancora eseguite, in applicazione del principio causalistico e dei principi di buona fede e correttezza, senza che ciò determini, tuttavia, l'obbligo di restituzione delle somme già erogate, salvo che non sia dimostrata una loro distrazione per finalità estranee allo scopo comune o un comportamento colposo dell'ente beneficiario. L'impossibilità sopravvenuta di realizzare l'opera oggetto dell'accordo, dovuta a circostanze imprevedibili e non imputabili all'esclusiva volontà di una delle parti, non determina l'applicazione dei rimedi risolutori di cui agli artt. 1453 e ss. c.c., in ragione della natura pubblicistica dell'attività posta in essere e dell'assenza di un rapporto sinallagmatico, ma comporta lo scioglimento del vincolo associativo/societario ai sensi degli artt. 27 c.c. e 2484, n. 2, c.c., applicabili in via analogica.