Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30201 del 15 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:30201PEN

Massima

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Il reato di insubordinazione con ingiuria, previsto dall'art. 189 comma 3 c.p.m.p., si configura quando il militare, pur legittimamente difendendo il proprio operato nei confronti del superiore gerarchico, attribuisce a quest'ultimo intenti persecutori e qualità personali negative, oltrepassando i limiti della mera difesa professionale e integrando così un'offesa all'onore, al prestigio e alla dignità del superiore. Ciò si verifica anche quando le espressioni utilizzate, pur prive di contenuti volgari e insultanti, siano comunque idonee a ledere la reputazione del superiore, in quanto riferite a intenti e qualità personali negative a lui attribuiti. La particolare tenuità del fatto, ai sensi dell'art. 131-bis c.p., non può essere riconosciuta quando il giudice di merito abbia escluso tale circostanza, valutando la gravità della condotta e le qualità dell'imputato, in assenza di elementi che consentano al giudice di legittimità di pervenire a una diversa valutazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 142/2014 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 11/03/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/01/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Flamini L.M., che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore avv. (OMISSIS).
La Corte:
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il Tribunale militare di Na…

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