Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15201 del 20 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:15201PEN

Massima

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Il reato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, configura un'unica fattispecie a più condotte alternative, per cui non sussiste concorso formale di reati quando l'agente, nel medesimo contesto spazio-temporale, detenga e ceda la medesima sostanza stupefacente, nell'ambito di un unitario progetto di spaccio, essendo necessario, ai fini dell'esclusione del concorso, che la sostanza sia la medesima, che l'agente sia lo stesso e che vi sia contestualità temporale tra le diverse condotte. Pertanto, qualora il soggetto, dopo aver prelevato la sostanza stupefacente, ne abbia in parte ceduta agli acquirenti e in parte raccolta e gettata per sottrarla al sequestro, la sua condotta è palesemente finalizzata allo spaccio della medesima sostanza nel medesimo luogo e contesto temporale, integrando un'unica fattispecie di reato ai sensi dell'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, senza concorso formale di reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - rel. Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli;

2) (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza dell'1.4.2011 della Corte di Appello di Napoli;

sentita la relazione svolta dal ((omissis));

sentitele conclusioni del P.G., dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso dell'imputato e, in accoglimento del ricorso del P.G., annullarsi con rinvio la sentenza impugnata.

RITENUTO …

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