La proroga della dichiarazione di pubblica utilità di un'opera infrastrutturale deve essere adeguatamente motivata, ai sensi dell'art. 166, comma 4-bis, del d.lgs. n. 163/2006, con riferimento a cause di forza maggiore o altre giustificate ragioni, non essendo sufficienti i meri ritardi procedimentali imputabili all'inerzia o alle scelte organizzative interne dell'ente espropriante. Tali ritardi, infatti, non integrano ipotesi di "forza maggiore" o "giustificate ragioni" idonee a legittimare la proroga, la quale mira a evitare che i ritardi procedimentali dovuti all'amministrazione possano comprimere oltre misura il diritto di proprietà dei cittadini interessati dalla procedura espropriativa. Pertanto, la proroga della dichiarazione di pubblica utilità disposta senza adeguata motivazione in relazione a nuove e sopravvenute circostanze eccezionali, diverse dai pregressi ritardi procedimentali, deve essere considerata illegittima. Inoltre, qualora il decreto di esproprio non sia stato adottato entro il termine di sette anni dalla data di efficacia della delibera di approvazione del progetto definitivo, ovvero entro il termine legittimamente prorogato per casi di forza maggiore o altre giustificate ragioni, la originaria dichiarazione di pubblica utilità non è più da ritenersi vincolante.