Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26886 del 20 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26886PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione di una misura cautelare, deve limitarsi a verificare la razionalità e plausibilità della motivazione adottata dal giudice di merito, senza poter procedere ad una autonoma rilettura e valutazione degli elementi di fatto, anche se ritenuti maggiormente convincenti. Pertanto, il giudizio di gravità indiziaria e di sussistenza delle esigenze cautelari deve essere fondato su una valutazione complessiva degli elementi probatori, senza operare una frammentazione degli stessi, e deve tener conto anche di indizi indiretti, quali le intercettazioni telefoniche e le videoriprese, che consentano di ricostruire il ruolo dell'indagato all'interno dell'associazione criminosa, anche in relazione al suo contributo finalizzato all'agevolazione dell'attività dell'organizzazione, senza che assumano rilievo determinante la occasionalità del contributo o i vincoli di parentela con altri membri dell'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Catania in data 23 luglio 2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. DELEHAYE Enrico, il quale ha concluso chiedendo la declaratoria d'inammissibilita' del ricorso;

sentito il difensore di fiducia avv.to (OMISSIS) del foro di (OMISSIS) che ha concluso chieden…

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