Il reato di abuso di ufficio di cui all'art. 323 c.p. richiede, oltre alla violazione di norme di legge o di regolamento, anche l'ingiustizia del vantaggio patrimoniale o del danno arrecato, che deve essere oggetto di autonoma valutazione da parte del giudice. La mera violazione del dovere di astensione del pubblico ufficiale, in presenza di un interesse proprio nella vicenda, non è sufficiente a integrare il reato, essendo necessario accertare l'effettiva ingiustizia della condotta. Inoltre, l'inosservanza del principio costituzionale di imparzialità della pubblica amministrazione di cui all'art. 97 Cost. può integrare il reato di abuso di ufficio solo quando tale principio si traduca in una regola di comportamento così precisa da risultare di immediata applicazione e attinente all'esercizio dei poteri attribuiti al pubblico ufficiale. La giurisprudenza di legittimità, tuttavia, non ha raggiunto un orientamento univoco sul ruolo del parametro costituzionale nell'integrazione della fattispecie delittuosa, rendendo necessari ulteriori approfondimenti.