Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13666 del 28 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13666PEN

Massima

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Il falso ideologico in atto pubblico per induzione si configura quando il privato, dichiarando false generalità mediante esibizione di un documento di identità alterato, induce in errore il pubblico ufficiale, cagionando una falsa attestazione circa i dati anagrafici dello stipulante. A tal fine, è irrilevante che il pubblico ufficiale, in base alla legge professionale, sia tenuto ad accertarsi dell'identità della persona che si costituisce nell'atto, poiché l'obbligo di verifica non può essere trasferito sul privato che abbia compiuto l'alterazione. L'accertamento dell'identità personale degli stipulanti da parte del notaio si fonda sul suo convincimento, raggiunto sulla base di elementi idonei secondo la diligenza professionale, senza che sia necessaria la pregressa conoscenza personale delle parti. Pertanto, il privato che fornisce false generalità mediante esibizione di un documento di identità alterato risponde del reato di falso ideologico in atto pubblico per induzione, a norma degli artt. 48 e 479 c.p., a prescindere dall'omissione da parte del pubblico ufficiale di ulteriori verifiche. Inoltre, la falsa attestazione del luogo e della data di nascita, resa mediante esibizione di documento alterato, integra la nozione di "altra qualità della propria o altrui persona" di cui all'art. 495 c.p., in quanto dati che concorrono all'identificazione del soggetto, indipendentemente dalla loro riproduzione in un atto pubblico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/07/2016 della CORTE APPELLO di ANCONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRINA TUDINO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. LORI PERLA, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
il difensore presente si riporta ai motivi.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata, emessa il 15 luglio 2016, la Corte d'appe…

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