Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25964 del 13 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25964PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene intestato formalmente a un terzo soggetto è legittimo quando, sulla base di elementi fattuali gravi, precisi e concordanti, emerga che il bene in realtà non appartiene al terzo ma è nella disponibilità dell'indagato, in quanto il terzo non riesce a dimostrare la lecita provenienza delle risorse impiegate per l'acquisto del bene. In tal caso, la sproporzione tra il valore del bene e i redditi dichiarati dal terzo può costituire un indizio grave della natura simulata dell'intestazione, a meno che il terzo non fornisca elementi idonei a confutare la tesi accusatoria. La motivazione del provvedimento di sequestro è adeguata quando, pur senza entrare nel dettaglio di tutte le deduzioni difensive, illustra in modo coerente e ragionevole le ragioni per le quali non è stata provata la lecita provenienza delle risorse impiegate per l'acquisto del bene, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di fatto acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI M. - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCENZO Ugo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Roma, sezione per il riesame - datata 28.6.2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Margherita B. Taddei;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. STABILE Carmine che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

udito per la ricorrente l'avv. (OMISSIS) di fiducia per (OMISSIS), che ha insistito per l…

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