L'amministrazione aggiudicatrice, nell'ambito di una procedura di gara per l'affidamento di un appalto pubblico, è tenuta a rispettare i principi di trasparenza, imparzialità e parità di trattamento tra i concorrenti. Pertanto, l'annullamento in autotutela dell'aggiudicazione definitiva, a seguito dell'impugnazione della stessa da parte di un concorrente escluso, determina la cessazione della materia del contendere, in quanto soddisfa le pretese del ricorrente. In tali casi, in assenza di una colpevole condotta dell'amministrazione, le spese di giudizio possono essere compensate tra le parti, fatta eccezione per il rimborso del contributo unificato in favore del ricorrente. La massima evidenzia i seguenti principi: 1. L'amministrazione aggiudicatrice deve rispettare i principi di trasparenza, imparzialità e parità di trattamento nella procedura di gara. 2. L'annullamento in autotutela dell'aggiudicazione definitiva, a seguito di impugnazione da parte di un concorrente escluso, determina la cessazione della materia del contendere. 3. In assenza di colpevole condotta dell'amministrazione, le spese di giudizio possono essere compensate, fatta eccezione per il rimborso del contributo unificato al ricorrente. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato. Essa è autosufficiente, applicabile a casi analoghi e contiene le principali argomentazioni e ragionamenti presenti nella sentenza, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali o dettagli procedurali.