Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive, afferma i seguenti principi di diritto: 1. Gli interventi edilizi contestati, anche se qualificati come "pertinenziali" o assoggettabili a DIA, hanno comportato una consistente trasformazione dello stato dei luoghi con incrementi di superfici e volumi realizzati in dispregio della normativa urbanistica e paesaggistica, rendendo necessario il rilascio del permesso di costruire. 2. Non possono essere ricondotti agli interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, suscettibili di sanatoria ex art. 37 DPR 380/01, gli interventi che determinano un incremento volumetrico o un mutamento di destinazione d'uso. 3. In area sottoposta a vincolo paesaggistico, è precluso il rilascio di autorizzazione paesaggistica in sanatoria per opere che abbiano determinato la creazione di nuovi volumi, essendo necessaria la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi. 4. I provvedimenti repressivi di abusi edilizi, in quanto espressione di attività vincolata, non necessitano di specifica motivazione sulla prevalenza dell'interesse pubblico, essendo sufficiente la mera certazione della esistenza dell'abuso e della sua antigiuridicità. 5. L'omessa comunicazione di avvio del procedimento non inficia la legittimità del provvedimento sanzionatorio, in quanto la sua adozione non avrebbe potuto essere diversa anche a seguito di un apporto partecipativo.