Cassazione penale Sez. III sentenza n. 8392 del 25 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8392PEN

Massima

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Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a scopo di lucro, di cui all'art. 3, comma 8, della Legge n. 39 del 1990, è autonomo e distinto rispetto al reato di favoreggiamento della prostituzione di cui alla Legge n. 75 del 1958, art. 3, comma 1, n. 8 e art. 4, n. 7, tutelando interessi giuridici differenti, ossia la sicurezza interna e la disciplina del mercato del lavoro nel primo caso, e l'impedimento di ogni forma di sfruttamento economico del commercio carnale altrui nel secondo caso. Pertanto, il lucro rilevante ai fini del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina non deve necessariamente coincidere con il provento derivante dallo sfruttamento della prostituzione, essendo sufficiente qualsiasi guadagno economico, anche indiretto, connesso all'attività di favoreggiamento dell'ingresso illegale dello straniero nel territorio dello Stato. La responsabilità per il reato di favoreggiamento della prostituzione può essere accertata sulla base delle dichiarazioni delle persone sfruttate e degli accertamenti svolti dagli organi inquirenti, senza che sia necessario il raggiungimento della prova certa e incontrovertibile dell'attività di agevolazione del meretricio posta in essere dall'imputato. Infine, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della gravità del fatto e della personalità dell'imputato ai fini della determinazione della pena, non essendo obbligato ad accogliere le richieste di ulteriore riduzione della stessa, anche in presenza di attenuanti generiche riconosciute.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. MANCINI Franco - Consigliere

Dott. TERESI Alfredo - Consigliere

Dott. GRILLO Carlo M. - Consigliere

Dott. SENSINI M. Silvia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) TE. ND. N. IL (OMESSO);

2) T. A. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 18/06/2007 CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SENSINI MARIA SILVIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FEBBRARO Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESS…

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