Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31318 del 17 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:31318PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, liquida a sé stesso indennità o retribuzioni in misura maggiore rispetto a quanto previsto dalle norme e dai contratti collettivi applicabili, senza il rispetto delle procedure e dei criteri stabiliti, commette il reato di peculato. Ciò anche qualora le somme siano state erogate mediante mandati di pagamento regolarmente emessi, in quanto la disponibilità giuridica del denaro pubblico, derivante dal ruolo ricoperto, comporta l'obbligo di destinarlo esclusivamente alle finalità previste. L'appropriazione di tali somme, anche se astrattamente dovute, integra gli estremi del peculato, non potendo essere ricondotta alla diversa ipotesi del peculato per distrazione, che richiede l'utilizzo temporaneo e non definitivo del denaro pubblico. L'errore di fatto, per escludere la responsabilità ai sensi dell'art. 47 c.p., deve essere specificamente dimostrato nelle sue modalità esplicative, non potendo desumersi dalla mera circostanza che anche altri dipendenti abbiano beneficiato di analoghe liquidazioni in eccesso, né dalla successiva restituzione delle somme indebitamente percepite. La difformità di trattamento rispetto a coimputati o ad ulteriori imputazioni nello stesso procedimento non integra di per sé un vizio della motivazione, in assenza di una dimostrazione dell'accertamento definitivo dell'insussistenza del fatto per i soggetti assolti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS A. - rel. Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 03/04/2014 della Corte d'appello di Ancona;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Anna Petruzzellis;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Corasaniti Giuseppe, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;

udito l'avv. (OMISSIS) per la parte civile, c…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.