L'autorità amministrativa competente può revocare l'autorizzazione di polizia per il commercio di metalli preziosi anche in assenza di una condanna penale definitiva, qualora emergano elementi che facciano venir meno il requisito della buona condotta dell'esercente, come la reiterata violazione delle disposizioni sulla tenuta dei registri, i contatti con soggetti gravati da pregiudizi penali e di polizia, nonché le segnalazioni per reati come la falsità in scrittura privata e la ricettazione. Tali circostanze, pur non integrando necessariamente un giudizio di pericolosità sociale, sono comunque idonee a supportare la valutazione discrezionale dell'amministrazione circa la carenza del requisito della buona condotta, che ai sensi dell'art. 11 del TULPS giustifica il provvedimento di revoca, anche in assenza di una condanna definitiva per reati gravi. L'eventuale successiva archiviazione del procedimento penale non preclude all'amministrazione di valutare nuovamente la sussistenza del requisito della buona condotta e di adottare, se del caso, un provvedimento di riesame.