Cassazione penale Sez. V sentenza n. 468 del 8 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:468PEN

Massima

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La minaccia aggravata di cui all'art. 612, comma 2, c.p. costituisce una circostanza aggravante e non un'autonoma fattispecie di reato, pertanto deve essere sottoposta al giudizio di bilanciamento con le eventuali attenuanti generiche concesse, al fine di determinare la pena in concreto applicabile. Il giudice non può applicare direttamente la pena concordata dalle parti sulla base della ritenuta sussistenza di un autonomo reato di minaccia aggravata, in quanto ciò integra un errore di diritto che comporta la nullità della sentenza, con conseguente necessità di rinvio al giudice di merito per il corretto giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Bari;
avverso la sentenza del 16 settembre 2014 del Tribunale di Trani nel procedimento penale a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS).
Letto il ricorso e la sentenza impugnata;
sentita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis)) Bruno;
lette le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento della sentenza relativamente all'applicazione de…

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