Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25447 del 13 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:25447PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nel valutare la pericolosità sociale di un soggetto ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali, può legittimamente fondarsi sulla pregressa affiliazione del proposto ad associazioni di tipo mafioso, sui suoi precedenti penali, sulle attuali pendenze per reati contro il patrimonio, nonché sulla macroscopica sproporzione tra il suo tenore di vita e i redditi lecitamente dichiarati, anche in assenza di recenti condanne penali, purché tali elementi siano adeguatamente motivati e risultino idonei a dimostrare la sua stabile dedizione ad attività illecite e il rifiuto di un mutamento dello stile di vita. Il giudizio di pericolosità sociale non richiede la prova della concreta idoneità del soggetto a commettere ulteriori reati, essendo sufficiente la valutazione della sua propensione a delinquere, desumibile dal complesso degli elementi acquisiti, senza che assuma rilievo decisivo l'eventuale sopravvenuta definizione in senso assolutorio di alcuni procedimenti penali a suo carico. Nell'ambito del sindacato di legittimità sulle misure di prevenzione, il controllo del giudice di cassazione è limitato alla verifica della rispondenza degli elementi esaminati dal giudice di merito ai parametri legali, senza possibilità di sindacare il merito della valutazione discrezionale operata, salvo i casi di motivazione apparente o di manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso il decreto emesso dalla Corte di appello di Venezia il 12/11/2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

lette le conclusioni del Procuratore generale presso questa Corte, nella persona del Dott. ((omissis)), che ha richiesto dichiararsi l'inammissibilita', ovvero il rigetto, del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appel…

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