Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16348 del 20 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:16348PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza furtiva, acquisito al di fuori dei normali canali di commercializzazione, configura l'elemento oggettivo del reato di ricettazione e costituisce altresì un inizio di prova del dolo, in quanto la mancata o non attendibile indicazione della provenienza della cosa ricevuta è rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. Pertanto, l'utilizzo del bene di provenienza furtiva, anche per un limitato periodo di tempo e al solo fine di testarne la funzionalità, integra il reato di ricettazione, qualora il possessore abbia utilizzato più schede SIM, circostanza che esclude un utilizzo funzionalmente limitato e rivela la consapevolezza della provenienza illecita del bene.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI M. B. - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza 3525/14 della Corte d'appello di Milano, quinta sezione penale, del 30.04.2014;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis)) B.;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
MOTIVI DELLA DECISIONE
1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte di appell…

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