Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da Enel Distribuzione S.p.A. contro il Regolamento per l'esecuzione di scavi sul suolo pubblico approvato dal Comune di Gambolò, ha affermato il seguente principio di diritto: Il Comune non può imporre unilateralmente, attraverso un regolamento comunale, prestazioni patrimoniali a carico dei soggetti che eseguono scavi sul suolo pubblico, in assenza di una specifica previsione legislativa che lo autorizzi. L'occupazione del suolo e del sottosuolo pubblico è già sottoposta a tassazione, pertanto l'imposizione di ulteriori indennizzi o depositi cauzionali per il ripristino del manto stradale e il risarcimento del degrado arrecato costituisce una violazione del principio costituzionale di cui all'art. 23 Cost., che richiede una copertura legislativa per l'introduzione di prestazioni patrimoniali imposte. Inoltre, l'eventuale maggior costo sostenuto dal Comune per il ripristino delle aree pubbliche deve essere comprovato e non può essere determinato in via forfettaria, in quanto altrimenti si configurerebbe un indebito arricchimento a carico del soggetto autorizzato allo scavo, in contrasto con i principi codicistici in materia di arricchimento senza causa. Pertanto, il Tribunale ha annullato le disposizioni regolamentari che prevedevano tali obblighi patrimoniali a carico dei concessionari di servizi pubblici, in assenza di una specifica copertura legislativa.