Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25273 del 1 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:25273PEN

Massima

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Il delitto di bancarotta fraudolenta documentale di cui all'art. 216, comma 1, n. 2, prima parte, della legge fallimentare è configurabile anche in relazione alla mancata consegna o alla falsificazione di libri sociali, come il libro dei verbali del collegio sindacale, qualora tali condotte incidano sulla ricostruzione del patrimonio e degli affari della società fallita, al fine di garantire gli interessi dei creditori. L'accertamento dell'elemento oggettivo della concreta pericolosità del fatto distrattivo e del dolo generico, nella bancarotta fraudolenta per distrazione, deve valorizzare la ricerca di "indici di fraudolenza" rinvenibili nella disamina della condotta alla luce della condizione patrimoniale e finanziaria dell'azienda, nel contesto in cui l'impresa ha operato, avuto riguardo a cointeressenze dell'amministratore rispetto ad altre imprese coinvolte, nell'irriducibile estraneità del fatto generatore dello squilibrio tra attività e passività rispetto a canoni di ragionevolezza imprenditoriale, necessari a dar corpo, da un lato, alla prognosi postuma di concreta messa in pericolo dell'integrità del patrimonio dell'impresa, funzionale ad assicurare la garanzia dei creditori, e, dall'altro, all'accertamento in capo all'agente della consapevolezza e volontà della condotta in concreto pericolosa. Le pene accessorie previste dall'art. 216, ultimo comma, della legge fallimentare, nel testo riformulato dalla sentenza n. 222 del 2018 della Corte costituzionale, devono essere determinate in concreto dal giudice in base ai criteri di cui all'art. 133 c.p., in quanto la "sostituzione" della cornice edittale operata dalla citata pronuncia determina l'illegittimità delle pene accessorie irrogate in base al criterio dichiarato incostituzionale, indipendentemente dal fatto che quelle concretamente applicate rientrino comunque nel "nuovo" parametro.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduard - Presidente

Dott. CATENA Rossel - Consigliere

Dott. DE MARZO G - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI ELISABETTA Maria - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/06/2016 della CORTE APPELLO di ANCONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere DE MARZO GIUSEPPE;
lette le conclusioni del Procuratore generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 28/06/2016 la Corte d'appello di Ancona, previa restituzione in termine dell'imputato per proporre istanza di defi…

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