Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3578 del 26 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:3578PEN

Massima

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La presunzione di adeguatezza della misura cautelare più grave, quale la custodia in carcere, opera anche nel caso di contestazione della fattispecie del concorso esterno in associazione di tipo mafioso, non potendo essere superata dalla sola deduzione di elementi generici, quali l'incesuratezza o il decorso del tempo dalla detenzione, in assenza di nuovi specifici elementi idonei a dimostrare l'insussistenza delle esigenze cautelari in relazione alle particolarità del fatto e della personalità dell'imputato. Il giudice di appello de libertate è tenuto a valutare esclusivamente gli elementi di giudizio sopravvenuti o non valutati in precedenza, senza poter riesaminare nel merito la valutazione già compiuta in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, in applicazione del principio del giudicato cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo A. - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 9 maggio 2014 del Tribunale di Roma, quale giudice di appello de libertate;

Visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis)) BRUNO;

sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)) M. Stefano, che ha chiesto l'annullamento con rinvio.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza indicata…

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