Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nell'ambito di un procedimento di bonifica di un Sito di Interesse Nazionale, ha stabilito che: 1. Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è competente ad adottare provvedimenti volti a prescrivere l'esecuzione di test di cessione sui materiali di riporto presenti nell'area, in attuazione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale e per le finalità di tutela ambientale, anche in aggiunta a quanto previsto dai Piani Ambientali. 2. La presenza di materiali di riporto contenenti residui e scarti di produzione e consumo, come risultante da elementi oggettivi di valuation, legittima l'Amministrazione a disporre l'esecuzione di tali test, al fine di verificare il potenziale rilascio di inquinanti e il conseguente rischio per la qualità delle acque sotterranee, a prescindere dalla circostanza che tali materiali siano destinati ad essere spostati o debbano rimanere nel sito. 3. Il proprietario del suolo, non responsabile dell'inquinamento, non può invocare il principio "chi inquina paga" per esimersi dall'esecuzione degli adempimenti prescritti dall'Amministrazione, in presenza di un nesso causale tra l'attività svolta e i fenomeni all'origine del rischio ambientale. 4. L'onerosità dei test di cessione, ove non adeguatamente dimostrata, non costituisce motivo sufficiente per escluderne la legittima prescrizione da parte dell'Autorità competente, nell'ambito della strategia di bonifica del Sito di Interesse Nazionale.