Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25581 del 11 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25581PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato può essere desunto dalla gravità e modalità insidiose della condotta delittuosa, caratterizzata dall'approfittamento di circostanze favorevoli e dalla conoscenza dei luoghi, nonché dalla presenza di precedenti specifici a carico dell'indagato, tali da rendere inadeguate misure cautelari diverse dalla custodia in carcere. La valutazione del pericolo di reiterazione non può essere esclusa dalla semplicità o sprovvedutezza dell'azione, atteso che l'abilità criminale non si misura solo sulla base della complessità della condotta, ma anche sulla capacità di sfruttare situazioni di vantaggio e sulla pericolosità sociale dell'autore, desumibile anche dalla natura e dal valore dei beni sottratti. La concreta prognosi di recidiva, fondata su tali elementi, giustifica l'adozione della misura cautelare più afflittiva, ove le altre misure risultino inadeguate a scongiurare il pericolo di nuovi reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2922/2012 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 11/10/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

sentite le conclusioni del PG Dott. SPINACI Sante che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale del riesame di Roma, con ordinanza in data 11-10-2012, confermava quella emessa dal Gip del Tribunale di Velletri il 5-9-2012, applicativa della custodia cautelar…

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