Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 49898 del 30 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:49898PEN

Massima

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Il delitto di calunnia si configura solo quando l'agente abbia la certezza dell'innocenza della persona accusata, non essendo sufficiente la mera intenzionalità dell'incolpazione né la scarsa convinzione in ordine alla responsabilità dell'incolpato. L'erronea convinzione della colpevolezza dell'accusato, purché basata su elementi seri e concreti e non su semplici supposizioni, esclude l'elemento soggettivo del reato, dovendosi in tal caso pronunciare sentenza di assoluzione "perché il fatto non costituisce reato". La tendenziosità della denuncia non dimostra di per sé la consapevolezza dell'innocenza dell'accusato da parte del denunciante, essendo necessario accertare tale consapevolezza sulla base delle concrete circostanze e modalità esecutive della condotta, dalle quali sia possibile risalire alla sfera intellettiva e volitiva dell'agente. Pertanto, il dolo di calunnia si identifica con l'accertamento della cosciente falsità delle circostanze oggetto della denuncia, non essendo sufficiente la mera erronea convinzione della colpevolezza dell'incolpato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ((omissis)) Giovanni - Presidente

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA;

avverso la sentenza pronunciata l'8 maggio 2009 dal Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma;

nei confronti di:

DO. La. .

Visti gli atti, l'ordinanza denunciata ed il ricorso.

Udita nell'udienza in Camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)).

Udite le conclusioni del Pubblico Ministe…

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