Cassazione penale Sez. III sentenza n. 13017 del 21 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:13017PEN

Massima

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La coltivazione domestica di una pianta di canapa indiana, anche se contenente un principio attivo, non integra il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990 qualora il quantitativo di principio attivo estratto sia al di sotto della soglia minima di effetto drogante rilevante, in quanto tale condotta non risulta offensiva del bene giuridico tutelato dalla norma penale. Il giudice, nel valutare la punibilità della coltivazione non autorizzata di piante da cui sono estraibili sostanze stupefacenti, deve verificare in concreto l'effettiva idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile, in applicazione del principio di offensività sancito a livello costituzionale. Ciò in quanto il reato deve essere non solo tipico, ma anche effettivamente lesivo del bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice, non essendo sufficiente la mera corrispondenza della condotta all'astratta fattispecie prevista dalla legge penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI COSENZA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 362/2012 GIP TRIBUNALE di COSENZA, del 04/04/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHIARA GRAZIOSI;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), annullamento con rinvio.

udito il difensore avv. (OMISSIS) (sost. Proc.).

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza ex articolo 425 c.p.p. il gip del Tribunale di…

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