Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21000 del 15 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:21000PEN

Massima

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Il concorso morale nel reato di resistenza a pubblico ufficiale richiede l'accertamento di elementi ulteriori rispetto alla mera connivenza, dovendo emergere una condotta finalizzata a sostenere e rafforzare la volontà di colui che materialmente pone in essere il reato. La semplice passività o la mera connivenza, in assenza di tali elementi, non sono sufficienti a configurare il concorso morale, essendo necessario indicare gli specifici fattori idonei a rendere interpretabile la condotta dell'imputato come finalizzata a tale scopo. Il giudice di merito, pertanto, è tenuto a motivare in modo adeguato e logico la sussistenza di tali elementi, non potendo desumerli in via automatica dalla mera circostanza che l'imputato non abbia preso le distanze dalla condotta del concorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2704/2012 CORTE APPELLO di MILANO, del 13/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SPINACI Sante, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 13 luglio 20…

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