Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6796 del 17 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:6796PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando gli atti compiuti dall'agente, valutati ex ante in relazione alle circostanze del caso concreto, risultano univocamente diretti in modo non equivoco alla realizzazione del proposito criminoso, pur senza che il reato sia stato effettivamente consumato. Pertanto, anche un atto meramente preparatorio può integrare gli estremi del tentativo, purché sia idoneo e diretto in modo non equivoco alla consumazione del reato, come nel caso di chi viene sorpreso con l'arma in pugno nei pressi dell'obiettivo, essendo manifesta la volontà di perseguire l'intento criminoso. Il sindacato di legittimità sulla motivazione della decisione di merito si limita al riscontro dell'esistenza di una motivazione logica e coerente, senza possibilità di una diversa valutazione delle emergenze processuali, essendo precluso l'apprezzamento di circostanze di fatto alternative rispetto a quelle considerate dal giudice di merito, purché la ricostruzione operata non risulti affetta da illogicità o contraddittorietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Libe - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. POLICHETTI Renato - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di Av. Em. (n. il (OMESSO)) e A. L. (n. il (OMESSO));

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Napoli del 19.9.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in camera di consiglio, dal Consigliere Dott. Domenico Chindemi;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. Mario Fraticelli il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1. Il difensore degli…

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