Cassazione penale Sez. III sentenza n. 16473 del 29 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:16473PEN

Massima

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Il dolo del reato di detenzione di materiale pedopornografico, di cui all'articolo 600-quater c.p., può essere desunto dal solo fatto che il materiale illecito sia stato collocato in supporti informatici diversi, evidenziando tale attività una selezione consapevole dei "file", senza che abbia alcuna rilevanza il fatto che non siano stati effettivamente visionati. La prova della consapevolezza del contenuto pedopornografico dei file detenuti può altresì emergere da altri elementi, quali la presenza pregressa di materiale illecito sui dispositivi dell'imputato, la catalogazione e organizzazione dei file per età dei soggetti raffigurati, nonché dichiarazioni contraddittorie dell'imputato circa le modalità di acquisizione e conservazione del materiale. Tali circostanze, valutate complessivamente e in modo logico e coerente, possono integrare una motivazione adeguata e immune da vizi per la affermazione della responsabilità penale dell'imputato, senza che il sindacato di legittimità possa spingersi oltre il controllo della plausibilità e ragionevolezza della ricostruzione operata dai giudici di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ACETO Aldo - Presidente

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - rel. Consigliere

Dott. REYNAUD ((omissis)) - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
- (OMISSIS), n. (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di FIRENZE in data 29/04/2019;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SCARCELLA ALESSIO;
udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale SPINACI SANTE, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza 29.04.2019, la Corte d'appello di Firenze confermava la sentenza tribu…

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