Il tentativo di omicidio, pur essendo una fattispecie delittuosa più grave rispetto alle lesioni dolose aggravate, può essere comunque suscettibile di attenuanti generiche qualora il giudice, sulla base di una valutazione complessiva della condotta dell'imputato, della gravità effettiva del fatto e della sua personalità, ritenga che la pena concretamente applicata risulti adeguata. Infatti, il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è rimesso alla discrezionalità del giudice di merito, il quale deve motivare la propria decisione in modo da far emergere, in misura sufficiente, l'avvenuta valutazione circa l'adeguamento della pena rispetto alla gravità del reato e alla personalità dell'imputato, anche attraverso l'utilizzo di formule sintetiche. Analogamente, l'esclusione della continuazione tra il tentativo di omicidio e i reati in materia di armi non è illogica, qualora il giudice accerti che le condotte delittuose, pur essendo prossime nel tempo, non siano frutto di un'unica programmazione criminosa, ma piuttosto di una reazione improvvisa e occasionale dell'imputato.