Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7561 del 15 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:7561PEN

Massima

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La diffamazione mediante stampa, anche se relativa a fatti in parte veri, può integrare il reato qualora l'attribuzione di circostanze false o gravemente distorte sia idonea a fornire una falsa percezione della realtà, stravolgendo la sostanza dell'informazione e ledendo ingiustificatamente la reputazione delle persone offese. L'esattezza di alcuni dettagli non esclude la rilevanza penale della diffamazione, ove l'insieme delle affermazioni contenute nell'articolo giornalistico risulti complessivamente idoneo a determinare un apprezzabile peggioramento della considerazione sociale delle vittime, anche in assenza di una diretta attribuzione di specifici reati. La valutazione della portata offensiva delle frasi e della loro idoneità a mutare il senso della notizia è una questione di merito che non può essere censurata in sede di legittimità, se oggetto di adeguata, congrua e logica motivazione da parte del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetani - Presidente

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 774/2011 CORTE APPELLO di CAGLIARI, del 31/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/12/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. Mazzotta Gabriele, ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

Per i ricorrenti e' presente l'Avvocato (…

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