Il proprietario di un bene immobile, il cui termine di occupazione legittima da parte della pubblica amministrazione per la realizzazione di opere pubbliche sia scaduto senza l'emanazione del decreto di esproprio, può sollecitare l'amministrazione ad avviare il procedimento di acquisizione sanante ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001, e l'amministrazione ha l'obbligo di pronunciarsi espressamente sull'istanza entro un termine ragionevole, fissato in 30 giorni dalla notificazione della decisione giurisdizionale che accerta tale obbligo. In caso di ulteriore inerzia dell'amministrazione, il giudice può nominare un commissario ad acta per l'adozione del provvedimento dovuto, senza poter tuttavia sostituirsi all'amministrazione nella valutazione comparativa degli interessi in gioco e nella conseguente decisione in ordine all'acquisizione o alla restituzione del bene, che rimane nella sfera di discrezionalità dell'amministrazione stessa. Il mancato riscontro dell'amministrazione all'istanza del privato configura un'ipotesi di silenzio-inadempimento impugnabile mediante il rito processuale deputato alla rimozione di quest'ultimo.