Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21589 del 7 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:21589PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste anche quando la frase minacciosa riferita dalla persona offesa in dibattimento risulti diversa da quella riportata nell'imputazione, purché sia comunque espressiva di un atteggiamento intimidatorio dell'imputato. Inoltre, l'utilizzo dell'epiteto "ladro" nei confronti di un soggetto, anche nel contesto di una discussione sull'appropriazione di denaro, integra il reato di ingiuria, in quanto comportamento offensivo della reputazione altrui. La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso proposto dall'imputato, afferma che la modifica della frase minacciosa rispetto a quella contestata nell'imputazione non comporta alcuna violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, in quanto il riferimento alla frase diversa è utilizzato dai giudici di merito unicamente come prova dell'atteggiamento minaccioso dell'imputato, senza che ciò determini una modifica del fatto contestato. Inoltre, la Corte ritiene che l'utilizzo dell'epiteto "ladro" nei confronti della persona offesa, anche nel contesto di una discussione sull'appropriazione di denaro, integri comunque il reato di ingiuria, in quanto espressione offensiva della reputazione altrui. Pertanto, il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che il reato di minaccia sussiste anche quando la frase minacciosa riferita dalla persona offesa risulti diversa da quella contestata nell'imputazione, purché sia comunque espressiva di un atteggiamento intimidatorio dell'imputato, e che l'utilizzo dell'epiteto "ladro" nei confronti di un soggetto, anche in un contesto di discussione sull'appropriazione di denaro, integra il reato di ingiuria, in quanto comportamento offensivo della reputazione altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Er. Lu. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza del Tribunale di Taranto depositata il 2 marzo 2009;

Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Aniello Nappi;

Udite le conclusioni del P.M. Con che ha chiesto Dott. GALATI Giovanni, che ha chiesto l'inammissibilita'.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con la sentenza impugnata il Tribunale di Taranto ha confermato la dichiarazione di colpevolezza di …

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