Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23605 del 12 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:23605PEN

Massima

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Il pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato, valutato in relazione alla gravità dei fatti contestati, alle modalità di commissione e alla personalità dell'indagato, può giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, anche in assenza di un concreto pericolo di inquinamento probatorio, qualora risulti che misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, non siano idonee a fronteggiare adeguatamente tale esigenza cautelare. Ciò in particolare quando l'indagato abbia dimostrato una radicata propensione a delinquere, una spiccata capacità criminale e una mancanza di autocontrollo e di spontaneo rispetto delle prescrizioni, tali da rendere la custodia in carcere l'unica misura adeguata a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato, anche in considerazione della gravità e della professionalità delle condotte contestate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da;

Dott. DE MARZO Giuseppe - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Relatore

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Pe.Wa. nato a C il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 30/01/2024 del TRIB. LIBERTA' di ANCONA
udita la relazione svolta dal Consigliere RENATA SESSA;
RITENUTO IN FATTO
l. Pe.Wa., tramite il difensore di fiducia, ricorre per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale della cautela di Ancona del 30.1.2024, reiettiva dell'istanza di riesame presentata avverso il provvedimento del 22 dicembre 2023, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Ancona, con cui era stata applicata nei confronti del predetto la misura cautelare della custodia in carcere in ord…

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