Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2730 del 18 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:2730PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, con violenza o minaccia, coarta la volontà della vittima al fine di conseguire un ingiusto profitto, anche in presenza di una pretesa creditoria legittima, laddove la condotta assuma caratteri di ingiustizia tali da andare oltre il mero intento di far valere un proprio diritto. In tali casi, la qualificazione giuridica dei fatti non può essere derubricata al meno grave reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto l'elemento psicologico che anima l'azione dell'agente è la consapevolezza di non avere diritto al profitto conseguito, a differenza del caso in cui l'agente agisca nella ragionevole, seppur erronea, convinzione di esercitare un proprio diritto. Inoltre, l'applicazione cumulativa di misure cautelari, al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge, non è consentita, in quanto incompatibile con il principio di proporzionalità che deve informare l'adozione di tali provvedimenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CARRELLI P.D.M. Roberto M - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pubblico Ministero presso il Tribunale di Campobasso;

avverso l'ordinanza del Tribunale di Campobasso, in sede di appello ex articolo 310 cod. proc. pen. in data 8/6/2012;

nel procedimento nei confronti di:

1) (OMISSIS) nato a (OMISSIS);

2) (OMISSIS) nato a (OMISSIS);

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Roberto Maria Carrelli Palombi di Montrone;

udito il Pubblico Minis…

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