Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32776 del 27 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:32776PEN

Massima

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La circostanza aggravante di cui al Decreto Legge 13 maggio 1991, n. 152, articolo 7, convertito nella L. n. 203 del 1991, può qualificare la condotta di chi, senza essere organicamente inserito in un'associazione mafiosa, offra un contributo al perseguimento dei suoi fini. Essa si configura in due distinte ipotesi: la prima ricorre quando l'agente delinque con metodo mafioso, ponendo in essere una condotta idonea ad esercitare una particolare coartazione psicologica, richiamando alla mente ed alla sensibilità del soggetto passivo la forza intimidatrice tipicamente mafiosa del vincolo associativo, a prescindere dalla dimostrazione dell'esistenza di un'associazione mafiosa; la seconda postula, invece, la reale e non solo supposta esistenza di un'associazione di tipo mafioso, alla cui attività il reato sia stato commesso al fine specifico di agevolarne l'operatività. In tale ultimo caso, il giudice deve dimostrare non solo la finalità agevolatrice, ma anche la consapevolezza dell'ausilio prestato all'associazione da parte dell'autore del reato, consapevolezza che non è esclusa quando l'agente persegua l'ulteriore scopo di trarre un personale vantaggio dal fatto criminoso. L'esistenza di un'associazione mafiosa di tipo 'ndranghetistico, operante in un determinato territorio, può essere desunta da provvedimenti giurisdizionali definitivi che ne abbiano accertato l'esistenza, senza che sia necessario un nuovo e completo accertamento della stessa, essendo sufficiente valutare la ricaduta di tale dato acquisito sul trattamento sanzionatorio dei singoli imputati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI MILANO;
nei confronti di:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
inoltre:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 4989/2013 CORTE APPELLO di MILANO, del 18/12/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/04/2016 l…

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