Il provvedimento di confisca di prevenzione, una volta divenuto definitivo, è suscettibile di revoca soltanto sulla base di nuovi elementi di prova, non valutati nemmeno implicitamente nel precedente giudizio, che siano idonei a determinare una rivalutazione complessiva del compendio probatorio che aveva legittimato l'originaria ablazione. Il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di confisca è ammesso esclusivamente per violazione di legge, con la conseguenza che non sono deducibili vizi di motivazione, salvo il caso di motivazione inesistente o meramente apparente. Il proposto e il terzo che abbiano partecipato al procedimento di prevenzione presupposto, qualora intendano ottenere la revoca del provvedimento definitivo di confisca, sono tenuti a presentare istanza di revocazione nei limiti e alle condizioni tassativamente previste dal d.lgs. n. 159 del 2011, art. 28, non essendo ammessa la rivalutazione sine die dei medesimi fatti già esaminati. La condizione di "condannato", necessaria per l'attivazione del ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p., non ricorre nei confronti dei soggetti incisi da una misura di prevenzione, la cui posizione processuale non è connotata da definitività.