Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26392 del 18 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26392PEN

Massima

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Il reato di soppressione di atto pubblico di cui all'art. 490 c.p. è integrato dalla condotta di distruzione, soppressione od occultamento di un atto pubblico, a prescindere dalla volontà del soggetto che ha proposto la querela, essendo sufficiente la consapevolezza dell'agente che, in conseguenza della sua condotta illecita, l'atto non sarà più in condizione di adempiere alla funzione probatoria che gli è propria. Pertanto, la circostanza che il querelante abbia successivamente manifestato l'intenzione di non dare seguito alla querela non esclude la responsabilità penale dell'imputato per il reato di cui all'art. 490 c.p., in quanto l'atto di querela, una volta perfezionato, è dotato di tutela giuridica a prescindere dalle successive evoluzioni della volontà della parte interessata. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato, non è necessario il dolo specifico, essendo sufficiente la consapevolezza dell'agente di creare, con la propria condotta, una situazione di pericolo per il normale svolgimento del traffico giuridico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1335/2011 CORTE APPELLO di PALERMO, del 21/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/03/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che chiede accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FAT…

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