Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25193 del 19 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25193PEN

Massima

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Il comportamento di resistenza e violenza fisica opposto da un soggetto nei confronti di pubblici ufficiali che procedono legittimamente all'identificazione e alla contestazione di un illecito amministrativo non può essere giustificato dall'esimente della legittima difesa, in assenza del requisito della proporzionalità tra la reazione e l'azione lesiva subita, in particolare quando le lesioni cagionate dal soggetto hanno un'entità non trascurabile. L'intervento degli agenti, anche se comporta la rottura del vetro dell'autovettura e l'estrazione forzata del soggetto, non può essere considerato illegittimo o arbitrario quando è determinato da un ragionevole sospetto circa il possesso di un'arma da parte dell'imputato e finalizzato a tutelare la propria incolumità e quella degli altri. In tali casi, il comportamento del soggetto che si oppone con violenza all'attività di identificazione e contestazione di illeciti amministrativi da parte dei pubblici ufficiali integra i reati di resistenza e lesioni volontarie, senza che possa trovare applicazione l'esimente della legittima difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Consigliere

Dott. MANNINO Saverio Feli - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ca. Si. ;

contro sentenza della Corte d'Appello di Roma in data 3.2.2005;

letti gli atti;

udita la relazione del Consigliere Dott. Di Virginio Adolfo;

udite le conclusioni del P.G. Dott. Galati Giovanni, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Ricorre Ca. Si. , per il tramite del proprio difensore, avverso sentenza della Corte d'Appello di Roma in data 3.2.2005, che ha confermat…

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