Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46467 del 11 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:46467PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando la condotta dell'agente, valutata anche alla luce dei rapporti tra le parti, risulta idonea a limitare la libertà psichica della vittima, prospettandole il pericolo di un male ingiusto, senza che sia necessario che si verifichi concretamente uno stato di intimidazione. L'esimente dello stato d'ira di cui all'art. 599 c.p., comma 2, richiede che il fatto ingiusto altrui, da cui è scaturito lo stato d'ira, sia compiutamente evincibile dagli atti e che la reazione sia stata immediata, requisiti che non ricorrono quando il conflitto tra le parti è perdurante e già sottoposto all'autorità giudiziaria. Inoltre, l'errore nel quale sia incorso l'agente, ai fini del riconoscimento dell'esimente in forma putativa, deve essere plausibile, ragionevole e logicamente apprezzabile, condizioni che non sussistono quando il fatto ingiusto altrui non risulta compiutamente provato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 113/2012 TRIBUNALE di ROMA, del 30/04/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/03/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore della parte civile avv. (OMISSIS), che ha …

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